È il più alto vulcano attivo d’Europa con i suoi oltre 3000 metri d’altezza ed uno dei maggiori del mondo. Le eruzioni vulcaniche subaeree coprirono le eruzioni sottomarine, iniziate circa 600.000 anni fa, per cui oggi è possibile vedere parte dell’attività antichissima in affioramenti di argille pleistoceniche anche a 700 metri di quota.
In questo variegato universo che è l’Etna nelle sue pendici digradanti fino al mare, trovano posto boschi, parchi, frutteti, vigneti, borghi e cittadine. Esso è parte integrante dell’ambiente umano, e ciò si dimostra con la presenza di Catania posta alla sua base e di tutti gli altri paesi radicati sulle sue falde. Tutti gli insediamenti umani portano il marchio distintivo del vulcano: palazzi e chiese mostrano i neri ornamenti di pietra lavica, le strade sono spesso pavimentate da basole di lava compatta che disegna lunghe strisce nere. Sono presenti sul vulcano vere e proprie opere d’arte della natura come il superbo, unico e gigantesco Castagno dei Cento Cavalli.
Si tratta di un castagno dall’età compresa tra 3.600 e 4.000 anni che ancora oggi si può ammirare nelle vicinanze del paese di S. Alfio. La leggenda narra che la regina Giovanna D’Aragona, scortata da un seguito di cento cavalieri, passasse da queste boscose contrade quando un improvviso temporale non permise più di proseguire; il castagno gigantesco riuscì così a dare riparo alla regina e a tutti. L’Etna è innanzi tutto un vulcano, il più alto d’Europa che mostra spettacoli di straordinaria intensità quando entra in attività eruttando terrificanti colate laviche. Il parco dell’Etna è una realtà che esiste dal 1987, nato con lo scopo primario di difendere e preservare la flora la fauna e l’attività collegata alle manifestazioni di origine vulcanica. Il parco mostra quest’ambiente unico nel suo genere fatto di deserti lavici e di boschi lussureggianti dove le intemperanze del vulcano modellano sempre nuovi scenari. Uno dei punti di maggiore bellezza dell’Etna è la valle del Bove dove si può ammirare l’ampia visione dei materiali lavici proiettati dalle eruzioni: dalle durissime lave basaltiche alle ceneri nere e sottili. Una manifestazione fra le più straordinarie del vulcano è quella della formazione di cavità createsi per via di diverse composizioni del magma, presenze di gas e temperature dell’aria, alcune delle quali veramente spettacolari, come la Grotta del Gelo, chiamata così perché è un inesauribile deposito di ghiaccio disposto nelle forme più svariate. Ricordiamo anche la Grotta dei Lamponi, una galleria percorsa da correnti d’aria notevoli e dai contorni aguzzi e taglienti.Per chi ama le emozioni forti è d’obbligo l’ascesa ai crateri sommitali, esperienza indimenticabile che si può effettuare solo con l’ausilio delle esperte guide dell’Etna. Il parco offre moltissimo per chi ama la botanica, infatti, dopo le fasce delle coltivazioni endemiche, intorno ai 1300 metri si incontrano i boschi di cerro e di roverella che in autunno si tingono di giallo, di rosso e di marrone e che spesso si trovano vicino a castagneti secolari. Salendo in quota si possono ammirare le grandi pinete dove cresce il pino laricio presente solo sull’Etna, specialmente nella pineta di Linguaglossa. Una curiosità che capita spesso di osservare durante la visita del Parco è la presenza delle “dagale”, piccole isole verdi interamente circondate dalla lava risparmiate dalla distruzione operata dal vulcano. Più in alto si trova il faggio dal bellissimo fogliame che, secondo la zona, assume o un portamento arbustivo oppure a fusto alto e rigoglioso. Uno spettacolo inatteso è quello dato dalla betulla etnense, presente solo in questo sito e residuo dei periodi della glaciazione, mostra una struttura più esile rispetto alle sue parenti scandinave o siberiane. Una specie arborea molto caratteristica che si può riscontrare a più latitudini è la ginestra etnense. Durante i mesi di Aprile e Maggio ricopre buona parte del territorio del Parco con la sua fioritura giallo acceso. La zona etnea è ricca di grandi quantità di funghi commestibili, particolarmente quelli del genere boletus, comunemente chiamati porcini. Oltre i 2000 metri si stende la zona desertica dove la lava è la componente determinante del territorio, si notano radi arbusti di ginepro dal portamento nano e, più in alto, dove nessuna pianta è in grado di sopravvivere, si aggrappano al suolo alcune piante pioniere come il senecio dell’Etna, lo spino santo e il cerastio dell’Etna le cui radici cominciano il lento lavoro di sgretolamento del terreno. Il Parco dell’Etna possiede una fauna abbastanza eterogenea che si può scoprire, con un po’ di fortuna, dedicandosi a del sano trekking tra i boschi. Sono presenti il coniglio selvatico, la donnola, la volpe, l’istrice, il riccio, il ghiro, la martora e il gatto selvatico. Molte sono le specie di uccelli, fra cui spicca la rara coturnice sicula, un gallinaceo dalle piume azzurro-grigio con becco e zampe rosse, le ghiandaie del bosco, l’upupa, il codirosso, il picchio rosso, la poiana, il corvo, il merlo, l’usignolo, la gazza e anche l’aquila reale che è tornata a nidificare nei luoghi più impervi del parco.