Pantelleria è talmente straordinaria da risultare quasi indescrivibile. Terza per grandezza tra le isole minori, poco distante dalla Tunisia, gode di un clima tipicamente mediterraneo con estati calde, inverni miti, piogge scarse e vento quasi costante. E’ un'isola per tutti i gusti: trekking, cure termali, vacanze marine, pesca e fotografia subacquea, bird-watching, archeologia, collezionismo di minerali.
L'isola di Pantelleria è situata a 70 Km dalla costa africana e ad 85 Km dalla Sicilia. Gli abitanti sono da sempre poco dediti alla pesca, eccellendo invece nell'agricoltura: le coltivazioni della pregiata uva zibibbo e del cappero, prodotto in migliaia di quintali, sono favorite dalla fertilità del terreno d'origine vulcanica e protette dal vento con recinzioni di muretti a secco. La gastronomia pantesca risente degli apporti dei vari popoli che hanno dominato l'isola. Da provare i delicati ravioli amari, ripieni di ricotta e foglie di menta ed il profumato pesto pantesco: condimento a base di pomodoro crudo, olio d'oliva, aglio, basilico e peperoncino, usato indifferentemente per condire le paste o accompagnare i pesci arrostiti o le carni lessate.
La sua natura vulcanica è testimoniata da sorgenti termali tuttora attive in quanto l’intera area su cui sorge Pantelleria è stata centro di un’attività vulcanica molto intensa che ha creato una variegata catena montuosa sottomarina. I vulcani protagonisti delle eruzioni più recenti, più di cinquanta, con il tempo hanno formato il monte Gibele, la Montagna Grande, e le cosiddette “Cuddie”.
Di notevole importanza sono anche tutte le testimonianze che rimangono delle popolazioni che hanno costruito monumenti tombali grandiosi e pieni di mistero quali i “sesi”, grandi tombe a semicupola e base ellittica dove venivano tumulati gli esponenti più importanti della comunità.
Con gli Arabi che l’abitarono per 400 anni e la chiamarono “figlia del vento” perché vi soffia impetuoso per circa 337 giorni l’anno, rivive un nuovo periodo di benessere grazie alla coltura dell’olivo, del cotone, dei fichi e della vite. Nel 1123 inizia la conquista normanna che è testimoniata dal castello “Barbacane” ancora oggi esistente.
A Pantelleria tutte le colture devono essere protette, come le viti che vengono piantate interrate in piccole fosse o gli ulivi che sono potati in maniera tale che i rami striscino sul terreno o gli agrumi che devono, per svilupparsi, essere riparate da alti muri circolari.
Le caratteristiche costruzioni in pietra con il tetto a cupola, detto a “dammuso”, di tradizione araba con un rigonfiamento realizzato per meglio raccogliere l’acqua piovana da condurre nelle cisterne e per creare un’intercapedine isolante d’aria, sono oggi in gran parte riadattate ad abitazioni per turisti.
L’isola, oltre all’eccezionale bellezza paesaggistica è rinomata per l’ottimo vino, ricavato dalla dorata uva “zibibbo”, denominato moscato passito ed una scelta di vini spumanti.